“Impossibilità assoluta di disegnare il movimento dal vero…”
“Impossibilità assoluta di disegnare il movimento dal vero. Inventare è sbagliato, lasciar perdere. Solamente immobilità, oppure gesti che diano l’illusione del movimento nell’immobilità assoluta… Pittura Rupestre. Disegni nelle caverne, caverne, caverne. Lì, e soltanto lì, il movimento è riuscito. Capire perché, scoprire le possibilità, ma ne dubito.”
Alberto Giacometti, Scritti, circa 1946
I videogiochi della prima generazione, con i loro tratti primitivi e stilizzati, richiamano inevitabilmente i graffiti rupestri. Allo stesso modo, gli ingombranti cabinet che li ospitavano avevano per me tutte le caratteristiche di caverne moderne, spazi protetti dove ci si poteva rifugiare, anche solo per pochi istanti, dagli impegni e dalle pressioni della quotidianità.
Le opere che seguono traggono ispirazione sia dal mondo videoludico delle prime generazioni di videogiochi che dalle interfacce dei sistemi operativi dell’epoca. In esse ho esplorato una varietà di tecniche, cercando di catturare ed evocare:
- La tremolante luminescenza delle interfacce grafiche di quei tempi, con le loro linee vibranti e imperfette.
- La misteriosa sintassi dei codici che descrivevano quelle stesse interfacce, un linguaggio criptico e affascinante.
Attraverso queste opere, ho voluto stabilire un ponte tra il passato arcaico della pittura rupestre e l’estetica primitiva della tecnologia videoludica, unendo simbolismo e nostalgia in una riflessione visiva sull’evoluzione del gesto creativo.