Rassegna Stampa: Lunga vita ai fiori recisi!
Introduzione
“I fiori recisi sono splendidi, portano gioia e catturano in casa un frammento della stagione attuale. E se appassiscono? Certamente. Ma con le cure giuste, possono mantenerne la bellezza a lungo.”
Con queste parole, ispirate dallo slogan di Fleurop-Interflora, il saggio “Lunga vita ai fiori recisi!” intreccia il fascino effimero della natura con una riflessione ironica e profonda sulla pittura contemporanea e il suo legame con la tradizione.
Un’origine inaspettata
La storia prende avvio in modo curioso: l’autore si imbatte in una bottiglia di miscela colloidale in un supermercato e viene colpito da un claim pubblicitario che promette di allungare la vita dei fiori recisi. Questo incontro diventa il punto di partenza per un viaggio concettuale che mescola ironia, critica artistica e riflessioni estetiche.
Nel settembre 2010, quando Davide Cagliani invita l’autore a trovare un titolo per una mostra, riemerge il ricordo di quello slogan. L’idea di associare la pittura alla lotta per preservare la freschezza dei fiori si rivela irresistibilmente provocatoria, evocando un parallelo tra l’arte del fiorista e quella del pittore.
Pittura nell’era contemporanea
Il saggio indaga le sfide della pittura figurativa in un contesto travolto da un’apocalittica tempesta di immagini digitali. Come può la pittura mantenere intatta la sua forza originaria e riconquistare il reale? La preoccupazione che l’arte bidimensionale possa risultare obsoleta è centrale nel dibattito critico attuale.
In una società distratta e disincantata, la pittura rischia di essere percepita come un gesto nostalgico, se non addirittura anacronistico. Tuttavia, la tradizione offre spunti preziosi: i grandi maestri del Novecento hanno saputo recuperare il sapere delle botteghe medievali, dimostrando che il dialogo con il passato è ancora una strada fertile.
Il gioco dell’arte
Francis Bacon descriveva l’arte come un gioco in cui l’artista deve immergersi con sempre maggiore intensità. “Diventerà molto più dura per l’artista, perché deve veramente approfondire il gioco per diventare un bravo artista…”.
Il saggio invita quindi a riflettere sulla necessità di rendere la pittura non solo pertinente, ma anche capace di sorprendere e rallegrare, proprio come i fiori recisi con la loro bellezza effimera.
Conclusione
Forse è davvero tempo di stappare quella bottiglia e brindare alla magia dell’arte e della natura, esclamando: “Lunga vita ai fiori recisi!” Un augurio che, con ironia e profondità, si trasforma in un invito a prolungare la vita delle immagini e delle emozioni che l’arte sa evocare.