20 ottobre 2018
di Giovanna Grossato
La terza edizione della manifestazione “Profumo di Carta” è accompagnata da una mostra di opere di Enrico Mitrovich, allestita a tutta parete nella sala centrale di Villa Cerchiari, visitabile anche al di fuori degli orari in cui vi si svolgeranno gli incontri dedicati alla cultura e ai libri con gli ospiti del festival. Artista estremamente versatile e attento alle dinamiche del mondo contemporaneo, Enrico Mitrovich è anche un profondo amante della natura, soggetto al quale spesso si rivolgono i suoi dipinti con uno sguardo particolare, ironico e affettuoso. Il modo animale e vegetale ha spesso offerto spunti alla sua pittura, come documentano mostre quali “Hortus Conclusus”, ai Laboratori Cagliani di Milano (2015); “Il giardino Segreto”, alla Galleria Ghelfi di Vicenza, e “Lunga vita ai fiori recisi” presso la Galleria ABC di Milano (2011). Mitrovich, la cui carriera artistica prende avvio dal 1995 partendo da una riflessione artistica sui videogiochi e sul loro linguaggio iconico cosmopolita, inizia ad esporre nel 1997. La sua biografia è presente nel volume “La Pittura nel Veneto, Il Novecento. Dizionario degli artisti”, nella “Net Art guide dell’E- business Innovation Center” di Stoccarda, in un numero monografico dedicato ai video game del “Philadelphia Inquirer Magazine”, nel saggio di Matteo Bittanti “Per una cultura dei videogames”, del 2004. Nel 2017 l’artista intraprende l’opera “10.000 cardellini ancestrali” la cui conclusione coincide con l’istallazione realizzata per Villa Cerchiari. Com’è intuibile, dipingere diecimila cardellini è diventato, a partire dal 2017, un aspetto molto impegnativo nell’esistenza dell’artista. Il fascino esercitato da questo piccolo volatile conosciuto fin dall’antichità per i bei colori della livrea e il canto melodioso, attrasse Ovidio che ne narrò la storia nelle “Metamorfosi”. Il cardellino divenne simbolo dell’anima che vola via al momento della morte e viene rappresentato in numerosi dipinti rinascimentali: da Raffaello, a Bronzino, a Carlo Crivelli, da Biagio d’Antonio, a Federico Barocci, a Cima da Conegliano. Lo dipinsero anche Pieter Paul Rubens, Giambattista Tiepolo, il Guercino , Michele Giambono. E inoltre, in gabbia, venne ritratto in quadri più recenti: da William Hogarth, da Francisco Goya, da Joan Miró. La simpatia di questo vivace passeriforme dalla caratteristica mascherina facciale rosso scuro e un’ampia banda alare gialla che ha sedotto anche musicisti come Antonio Vivaldi, potrebbe costituire perciò motivo sufficiente per Mitrovich nel volerlo riprodurre, offrendone, nella grande istallazione a Villa Cerchiari l’immagine esplosa: come se improvvisamente si fossero aperte diecimila gabbie, come se il loro canto avesse la forza di soverchiare i rumori molesti del mondo. Visitabile fino al 31 ottobre a Villa Cerchiari, l’istallazione sarà accompagnata da un catalogo presentato al pubblico domenica 28 ottobre alle 17 con istallazioni sonore di Giovanni Sarani.
Orari:
lunedì 15.30-18; martedì e venerdì 10-12/15.30-19;
mercoledì e giovedì 10-12/15.30-19.30; sabato 10-12; 15.30-18.